Ripudio o Tripudio?

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Le immagini di devastazione che affliggono i due scenari di guerra, che la TV ci concede, siano di monito ai governanti scellerati che mandano armi sui teatri di guerra, in spregio all’art.11 della Costituzione, facendoci assistere a questa barbarie disumana.

I nostri padri costituenti furono un poco ingenui nell’indebolire l’art.11 (“L’Italia ripudia la guerra…”) lasciando aperta la possibilità di altri conflitti, oltre le guerre convenzionali, compreso le missioni di pace, che mistificano la guerra ‘con un’aureola a forma di cuore’.

Da quel rifiuto parziale restano escluse anche le forme di partecipazione ai conflitti che imperversano nei paesi collegati all’Italia dai Trattati internazionali, salvaguardati dall’art.117 e da quell’art.52, ormai desueto anche per prassi storica sul “Servizio militare obbligatorio”.

La Costituzione dell’Italia pare scritta da due anime: la prima indefettibile, austera e l’altra permissiva verso poteri sovrannazionali a cui lascia la porta socchiusa, pronta ad accogliere il ‘grimaldello’ dei Trattati internazionali che la possono spalancare per colonizzare lo Stato, alienandogli la sovranità.

L’art.5 del Trattato Nord Atlantico prevede che “le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”.

Peccato (per i nostri governanti incostituzionali) che l’Ucraina non appartenga né all’Europa né alla NATO e, come tale ancora nel 2023 e fino a quando s’industrieranno per rabberciare una ‘pezza d’appoggio’, dovrebbe essere esclusa da ogni nostro coinvolgimento e ogni invio di armamenti. Ogni consegna di tal fatta è illegale sia lì come lo sarebbe ad Israele, per la stessa ragione.

Il nostro Ministero della Difesa si sta comportando come un Ministero della Guerra impegnato ad affiancare il Ministero delle Attività produttive per sostenere il PIL!

Questo gli dice la Costituzione. La morale comune, poi, lo condanna senz’appello.

A Palazzo Piacentini, sede del secondo dei due Ministeri citati, piaceranno i lucrosi commerci di armi prodotte dalle industrie italiane, ‘Leonardo S.p.A.’ in testa, che l’ex ministro Cingolani è Delegato ad Amministrare.

Abbiamo ‘per fortuna’ molte altre fabbriche, in Italia, che in passato sono state premiate dai sovvenzionamenti statali erogati dalle Concessionarie bancarie tramite la L.488/92 per sfornare armamenti micidiali, che arricchiscono le nostre fortune con la sfortuna di altra gente.

Il maggiore azionista di Leonardo S.p.A. è il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano, che ne possiede una quota di circa il 30%. Lo Stato, con tutti quei Ministeri agitati, è così interessato ai guadagni di Leonardo da metterci a capo un suo uomo di punta. Questi sono i fatti.

Un tripudio di soldi è assicurato all’Italia e alle sue benemerite componenti industriali, che si trovano a guadagnare dalle mitraglie fabbricate e spedite sui teatri di guerra, in cui procurano vittime.

Qualcosa di superiore ‘fulmini’ le mani sporche del sangue delle decine di migliaia di persone rimaste vittime della nostra artiglieria, per fermarle prima che ne spargano altro.

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