Gli accadimenti indicibili israelo -palestinesi che ci vengono documentati dai media di tutto il mondo scuotono profondamente la sensibilità di ognuno di noi. Una immensa polveriera ha preso fuoco ricordandoci che lì c’è un problema che nessuno è riuscito a risolvere, neanche parzialmente e neanche ad addolcire. Tutte le politiche si sono miseramente infrante davanti ad una questione di questa portata.
Poteva mai immaginare lord Balfour quel quattro novembre del 1917 che, firmando la dichiarazione che porta il suo nome, avrebbe combinato un disastro come questo? Infatti tutto è iniziato in piena Guerra mondiale all’indomani del disastro di Caporetto quando per ingraziarsi la simpatia della comunità ebraica inglese il governo Inglese con un documento ufficiale ma irrituale promise la costituzione di un focolare nazionale ebraico in un territorio che in quel momento era dell’ impero ottomano (nemico della alleanza Franco Anglo Italiana) nella Palestina.
Sempre però nel rispetto delle popolazioni che la occupavano.
Ne è passata di acqua sotto i ponti e moltissime cose sono cambiate; e i rapporti tra i due popoli sono rimasti i peggiori che si possano immaginare. Oggi, siamo di fronte ad un groviglio di interessi e di forze quasi che tutto il mondo e tutta l’economia dipenda da quello che accade laggiù. Quindi una escalation che sembra essere desiderata e fortemente voluta da entrambe le parti ed entrambe le parti non disdegnano di morire quasi che morire sia meglio che vivere nelle condizioni attuali.
Ultimo evento è l’appello rimbalzato sull’Ansa di mercoledì 11 ottobre, di un ex capo di Hamas alla mobilitazione mondiale dei musulmani a sostegno di Gaza e degli alleati. Per venerdì prossimo.
Speriamo si riveli una fake. Ma che significa mobilitazione? Vogliono aiuti in soldi? Vogliono uomini da arruolare? Vorrebbero cortei pacifici? Oppure sollevazioni armate? Non vogliamo credere a quest’ ultima ipotesi perché non la crediamo ragionevole né utile.
Però, specie nelle città che ospitano importanti minoranze musulmane, potrebbero esserci gruppi di estremisti non integrati che potrebbero travisare questo appello. Non avremo risposte a queste domande e probabilmente sono state dettate più dalla tensione mondiale che subiamo che da credibili segnali di allarme ma certo è che non è civile una coabitazione in Palestina o a Parigi, Marsiglia come a Napoli che non sia ispirata alla collaborazione tra i portatori delle diverse identità. La tecnologia ha ridotto drasticamente le distanze e quindi la collaborazione diviene L’UNICA regola di convivenza… non v’è posto per ritorsioni o attentati, ingiustizie e sopraffazioni né da una parte né dall’ altra.
Il mondo è divenuto troppo piccolo per ospitare contrasti.
La Pace è l’effetto della collaborazione costruttiva che non ha alternative.
CANIO TRIONE