Dichiarazione dei Consiglieri regionali di Azione della Puglia e Liguria Fabiano Amati, Sergio Clemente, Ruggiero Mennea e Pippo Rossetti, del Consigliere comunale di Genova Cristina Lodi e del segretario regionale della Liguria Roberto Donno:
«Le fabbriche si salvano, e con loro la prospettiva produttiva e competitiva del Paese, se si capisce subito chi mette i soldi e quindi gestisce. In poche parole, se si torna all’accordo blindato stabilito da Carlo Calenda. Non si può pensare che lo Stato metta i soldi e Mittal gestisca quei soldi non per rilanciare la produzione ma per pagare i debiti. Non era questo l’accordo iniziale, contemplando nelle cause del successivo disastro anche la decisione di eliminare la protezione legale, fatta passare in malafede come scriminante quando in realtà si trattava di puntualizzare quanto nell’ordinamento è già previsto sul profilo della colpevolezza».
«Lasciare tutto com’è, senza sciogliere gli equivoci sui finanziamenti e sulla gestione, magari versando altri 680 milioni prelevati dalle tasche dei cittadini per pagare i debiti ancora una volta accumulati, significa accertare la morte dell’ex ILVA, lasciando sul terreno – in particolare a Taranto – una bomba ecologica difficile da spegnere».
«Passare la nottata non è una politica, meno che mai una politica industriale».
«Siamo solidali con le iniziative di attenzione al problema portate avanti da Fim, Fiom e Uilm, e siamo solidali con tutti i lavoratori in stato di agitazione».