Dichiarazione del Consigliere e commissario regionale di Azione, Fabiano Amati, dei consiglieri Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, e della responsabile regionale agricoltura di Azione, Anna Rita Picci.
«L’agricoltura non ha nulla in comune con narrazioni nostalgiche, hobby o tecniche magiche. La Puglia ha avuto la Xylella, aggravata da inerzie per credulità popolare, ma ora deve trasformare la disgrazia in grazia. Per far ciò è necessario lottare innanzitutto contro l’abbandono dei campi (i dati sono clamorosi nell’intero Salento) e sostenere l’impianto di ulivi resistenti, associati a cultivar diverse dagli ulivi per garantire la biodiversità, e di varietà innovative grazie alla genetica.
“Accanto a questo c’è bisogno di accogliere ogni forma di innovazione tecnologica, consentendo l’installazione di serre per coltivazione fuori suolo, fortemente combinate con aziende digitalizzate e pronte all”ulteriore rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
“È questo un pacchetto d’interventi lungimirante, vincente perché associato al futuro e in grado di determinare – contemporaneamente – la coltivazione di prodotti a più alta qualità, bontà e resa; la maggiore tutela dell’ambiente, attraverso il minore uso di acqua e agrofarmaci; il rilancio della competitività dell’agricoltura pugliese; la ricostituzione del contesto produttivo, con innovazioni paesaggistiche da tramandare al futuro per ulteriori innovazioni.
“Sul delicato punto del paesaggio, fonte di accese controversie, bisogna difendere con forza tutto quello che è ancora salvabile e considerare – con realismo e ragionevole ottimismo – che nulla è immobile e tutto viene tramandato per essere innovato, spesso per volontà a volte per necessità: l’attuale paesaggio andato distrutto, infatti, ci fu tramandato in una conformazione frutto di continue trasformazioni genetiche con il vecchio metodo sapienziale degli innesti, di avanzamenti tecnologici meno repentini rispetto agli attuali ma comunque efficaci e di adattamento a patogeni sempre in agguato.
“C’è dunque un quadro di continuità e di evoluzione da tenere presente per meglio orientarsi e per evitare la sterilità di discussioni fondate sulla nostalgia e sui clamorosi errori che essa è in grado di farci commettere, primo tra tutti l’idealizzazione del passato.
“Realizzare questo programma non è solo compito del mercato, magari aggiungendo sovvenzioni pubbliche al capitale di rischio degli imprenditori. È compito anche degli amministratori pubblici attraverso opportune modifiche alle normative urbanistico-paesaggistiche, così da consentire l’evoluzione del settore e il suo accordarsi con la modernità».