Alle volte nel parlare di Sud si utilizza un concetto che si applica indifferentemente a tutto il meridione. La cosa, già complessa,si complica ulteriormente accorgendoci che una cosa è la provincia di Bari che ha infrastrutture decenti solo da ammodernare e potenziare altra cosa è la provincia di Foggia e di Lecce, altra ancora è il Molise e la Calabria ove le infrastrutture alle volte ci sono ma sono inutilizzate e alle volte non ci sono per la fortuna del turismo naturistico ed esperienziale che morirebbe se nuove strade portassero qui le orde di vacanzieri con cibo al seguito.A
ltro discorso merita la Campania e le sue isole che è tutt’altro rispetto alla vicina Lucania.
Quindi auspicare faraoniche infrastrutture per risolvere tutto in un colpo solo è da ingenui e significa tre cose: a) favorire le imprese che edificano quelle infrastrutture usualmente del Nord o estere, b) favorire ulteriore penetrazione dei prodotti industriali provenienti da imprese multinazionali che già ci considerano loro mercato privo di concorrenza locale, c) infine significa progressiva cementificazione e perdita di terreno agricolo e cioè perdita di paesaggio e identità.
Anche dal punto di vista occupazionale vi sono aree che hanno urgente bisogno di rimpatriare i giovani emigrati perché mancano addetti anche in settori qualificati mentre altre aree ancora prive di sufficienti iniziative imprenditoriali piccole e medie si stanno svuotando velocemente.
Quindi la costituenda zes unica meridionale deve trovare una formula unica che si applichi ugualmente a tutte queste differenti realtà e che NON favorisca l’insediamento ( pur gradito ) dì investimenti provenienti da altre aree. Trovare questa formula è cosa molto difficile se si seguono i luoghi comuni rappresentati dai media locali e nazionali usualmente portavoce di coloro che rappresentano il Sud del futuro come posto in cui insediare a costi bassi le imprese che altrove sarebbero poco gradite e molto costose in termini ambientali e occupazionali.
Quale Sud vogliamo? Quello del turismo e dell’ agroalimentare cioè delle PMI locali o quello della Fiat, Alenia, Ilva, OVS,….. dove i nostri figli devono lavorare per tonificare i LORO profitti? La famigerata categoria dei politici locali e nazionali è in grado di capire e effettuare le necessarie, difficili e complesse necessarie scelte?
CANIO TRIONE