Diecimila spettatori, il 10% in più rispetto al 2022, sono giunti a Martina Franca dai quattro angoli del mondo per assistere agli eventi del Festival della Valle d’Itria, che il 6 agosto ha chiuso la sua 49esima edizione e già guarda al prossimo anno, che segnerà mezzo secolo dalla sua nascita.
L’appuntamento, si legge in una nota, è fissato al 17 luglio 2024. Se gli eventi dell’edizione appena conclusa erano dedicati all’ironia, all’opera buffa e all’operetta, ad aprire il Festival numero 50 sarà la Norma di Vincenzo Bellini, nella versione originaria del 1831.
Pensato come un omaggio al passato del festival – che deve la sua reputazione internazionale proprio all’allestimento dell’opera belliniana nella versione proposta da Rodolfo Celletti nel 1977 – anche l’allestimento del cinquantenario vedrà due soprani interpretare le parti di Norma e di Adalgisa, valorizzando così le intenzioni originarie di Bellini e prendendo le distanze dalla tradizione che ha imposto il timbro del mezzosoprano per la giovane Adalgisa.
Il secondo titolo sarà Aladino e la lampada magica, fiaba lirica in tre atti di Nino Rota, la terza opera del compositore milanese che verrà presentata al festival. Il terzo titolo in cartellone è Ariodante, opera in tre atti composta da Georg Friedrich Händel nel 1734 ispirata a un episodio de L’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, scelta anche in occasione del 550esimo anniversario dalla nascita dello scrittore.
Con questi tre titoli d’opera – conclude la nota – il Festival della Valle d’Itria guarda al futuro rinnovando il suo impegno nella valorizzazione, nella diffusione e nella trasmissione ai posteri di una parte oltremodo significativa del repertorio operistico internazionale.