Conserva: “Dopo quattro anni per i Giochi del Mediterraneo siamo punto e a capo”

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«Parafrasando Ennio Flaiano, la situazione è gravissima ma per niente seria. La città di Taranto, i Comuni dell’area jonica, meritano molto di più dell’attuale classe dirigente pugliese. La vicenda relativa ai Giochi del Mediterraneo 2026 si tinge ogni giorno sempre più di giallo ed assume connotazioni quasi grottesche». Giunge un’altra ferma presa di posizione del capogruppo in consiglio regionale della Lega, Giacomo Conserva, a seguito dell’incontro tenutosi a Roma sul destino della importante kermesse sportiva internazionale tra governo e comitato dei Giochi del Mediterraneo, con il ministro Fitto, il commissario straordinario dei Giochi, Massimo Ferrarese, il presidente del Coni, Giovanni Malago’, il presidente Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.

«L’atmosfera ed i comportamenti sono sempre più inspiegabili. Sappiamo solo che il sindaco Melucci non ha voluto rilasciare dichiarazioni all’uscita; leggiamo che il presidente Malagò ha definito la situazione insostenibile e che Ferrarese ha dichiarato di attendersi collaborazione da parte degli enti locali, insomma siamo punto e a capo». Conserva entra nello specifico:

«pochi giorni fa, la giunta Melucci ha approvato le delibere, una presa d’atto di ciò che si intende fare; dopo quattro anni dall’assegnazione dei Giochi a Taranto, la montagna partorisce il topolino». Ancora: «vorrebbero realizzare il centro nautico per le gare di vela, canoa e canottaggio nell’area della ex stazione torpediniere; come se si trattasse di trasferire quattro tavoli e alcune sedie. Invece, scopriamo che Asset di Elio Sannicandro avrebbe dovuto redigere un progetto in tal senso ma il consiglio regionale ha ansia di esaminarlo». Conserva riflette:

«si tratta di riallocare funzioni operative e logistiche della Marina militare, riconvertire l’ex stazione torpediniere  dotandola di strutture per la nautica e di infrastrutture finalizzate a turismo e cultura». Conserva chiede: «Melucci sa che mancano tre anni ai giochi? Sa che non ci sarà più tempo per realizzare tutto questo e che a staccare la spina ci penseranno i fatti e non il destino cinico e baro?». Non basta. «Il momento clou nel quale la classe dirigente pugliese offre il meglio di sé è la storia dello stadio. Lo Iacovone va demolito per ricostruirne un altro, è il mantra di Melucci. La spesa vale davvero l’impresa? Non sarebbe meglio ristrutturare l’esistente? A tre anni dai Giochi il rischio, come giustamente paventa Ferrarese, è che vi siano innumerevoli ricorsi che bloccherebbero tutto». Conserva conclude: «la domanda è: cosa hanno fatto in quattro anni? Perché un barese doveva dirigere Asset ed occuparsi dei Giochi a Taranto, visto che nel 2017 lo stesso ingegnere Sannicandro era stato esautorato dal Consiglio nazionale e da delegato Coni della provincia di Bari?».

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