Giuseppe Sciarra, dopo la sua denuncia ai bulli in Ikos: «Non scendo da anni al mio paese. Dopo le accuse che ho fatto voglio evitare di fare brutti incontri»

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Giuseppe Sciarra non nasconde una certa preoccupazione per ciò che ha raccontato nel documentario, “Ikos”, benché non abbia fatto i nomi dei bulli che lo canzonavano e prendevano in giro, il filmaker foggiano non scende da anni nel paese in cui sono avvenuti gli episodi di violenza che denuncia. «Dopo le accuse che ho fatto voglio evitare di fare brutti incontri!» ha più volte dichiarato Sciarra. 

Dal paese di cui parla Sciarra in Ikos, senza nominarlo mai, non sono arrivate minacce di alcun tipo, se non risposte di solidarietà da parte di alcuni amici e conoscenti, ciononostante Giuseppe Sciarra resta guardingo nei confronti di alcuni compaesani data la delicatezza del tema affrontato e le accuse che muove a quest’ultimi, le quali anche se non sono dirette a una persona precisa gettano non poche ombre in quel contesto. 

«Quando ti esponi così tanto a livello mediatico rischi di attirare l’astio di chi non ha la coscienza pulita ed io non so che aspettarmi da queste persone. Non mi fanno paura ma voglio evitare scontri e litigi. Per giunta non mi sento a mio agio ad andare lì dopo tutto quello che è successo. Mi è capitato più volte di essere guardato in un certo modo quando ci ritornavo da chi mi riconosceva e la cosa non mi è piaciuta per niente. Non sono un fenomeno da baraccone e sono una persona adulta adesso in grado di difendersi e anche di denunciare chi gli manca di rispetto»

Giuseppe Sciarra si sta adoperando affinché il corto venga portato nelle scuole e si faccia sensibilizzazione sul tema del bullismo. “Ikos” è un lavoro mirato soprattutto a scuotere i ragazzi, bullizzati ma anche i bulli stessi affinché prendano coscienza di quello che fanno. L’intento è partire dal corto per avviare un dibattito tra studenti che sia costruttivo e mirato a farli riflettere oltre che confrontarsi.

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