Che i piccoli borghi italiani siano delle perle di rara bellezza è un dato di fatto incontrovertibile, di fatto questi con le loro meraviglie architettoniche costituiscono una fonte storica imparagonabile. I loro vicoli, libri aperti volti alla comprensione del sapere, come memorie scolpite nella pietra fanno emergere narrazioni che si perdono nella notte dei tempi; scandendo ritmi rigenerativi fonte di benessere per ognuno.
Certo la globalizzazione non è dalla loro parte, i contesti produttivi attuali con le annesse attività logistiche dunque economiche sono localizzati nei grandi centri urbani, spesse volte lontani da queste sorprendenti realtà.
Occorre dunque una visione a lungo termine per mostrare alla gente quanto sia importante questo patrimonio prima che ogni cosa vada persa. Iniziando ad esempio con un’ampia visione turistica, praticando nel fine settimana escursioni slow con pacchetti a costo esiguo, organizzando mercatini e raduni per appassionati di ogni genere, oltre a eventi culturali con passeggiate e rievocazioni storiche. Per ovviare alla questione distanza dai grandi centri urbani, ampliare il numero di corse mezzi pubblici con sconti per il trasporto fino al settanta percento sull’abbonamento.
Invogliare praticamente dando a fondo perduto, dunque senza costi, la creazione di attività commerciali ai giovani per favorirne il trasferimento, dove non possibile che siano perlomeno funzionali nel fine settimana. Promuovere per divulgarne in rete le bellezze, concorsi fotografici e cortometraggi. In una visione completamente alternativa invogliare manager aziendali e dipendenti in cerca di nuovi input, vista la tranquillità del luogo, a passare i week and in talune occasioni in questi centri. Creare atmosfere particolari la sera, con postazioni per l’osservazione delle stelle partendo dall’incentivo alle scolaresche per gite d’istruzione.
Optando per la possibilità di chiedere ai villeggianti meglio ancora i residenti, di usare abiti d’epoca così da rendere ancor più affascinanti queste escursioni. Oltretutto prevedere la nascita di botteghe dei mestieri per favorire il made in Italy con il presupposto di far quanto suggerito restaurando locali in disuso già dediti a tal fine.
Panorami suggesti con la collocazione di panchine praticamente stile poltrona, in scorci tipici per un turismo futurista alternativo, dedito alla natura dunque la sostenibilità. Con raccolta frutti della terra nelle radure vicine, da preparare poi con insegnamenti tramandati dai posteri, offrendo appezzamenti di terra incolti a nuove generazioni di agricoltori.
Consideriamo i borghi della Puglia comunque dell’Italia tutta un patrimonio da preservare e contemplare, rivolgendo lo sguardo al passato come punto di partenza per costruire un nuovo futuro.
Vincenzo Naturale