«Il territorio ionico continua a essere sotto assedio di una azienda che non pone in alcun rilievo il rispetto dell’ambiente e della salute umana, mentre la comunità tarantina attende ancora dal suo primo cittadino quel moto di orgogliosa appartenenza che dovrebbe vederlo schierato dalla parte di chi soffre e non di chi crea sofferenza».
È quanto si legge nella lettera che l’associazione “Genitori tarantini” ha indirizzato al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, accusato di seguire «l’attuale governo» di cui «ne accetta i decreti trincerandosi dietro un’alzata di spalle che lascia intendere l’incapacità di poter agire in favore del suo popolo».
«Si fantastica di una produzione di acciaio con l’utilizzo di idrogeno green, tacendo sui costi altissimi – e quindi improponibili- che tale tipo di procedimento comporta, si propone un impianto di rigassificazione per tenere in piedi la falsa idea della produzione a gas» mentre «si tace sulla drastica riduzione del personale impiegato in azienda che si ritroverebbe escluso anche dall’alternativa che Taranto dovrebbe perseguire: chiusura, bonifica dei terreni inquinati e restituzione di questi ai comuni di pertinenza». Melucci, secondo l’associazione non avrebbe «mai sollecitato la conclusione del procedimento di riesame dell’Aia disposto nel 2019 per sua lodevole iniziativa per l’acquisizione delle valutazioni del danno sanitario. Il procedimento risulta attualmente su un binario morto». Per l’associazione gli «eccessi di emissioni del siderurgico, in particolare di benzene» dovrebbero stimolare Melucci «a prendere ferma posizione, quale primo responsabile della salute pubblica, contro il governo della Repubblica italiana».