Se la Turchia è in ginocchio la Siria è a terra

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Quello che non hanno fatto dodici anni di bombe e d’Isis, l’hanno completato due minuti di scosse.
I milioni di profughi siriani, fuggiti dalle bombe, sanno già che cos’è dormire al gelo, i bambini di li non hanno mai visto altro miseria e morte. Ma finora dalla guerra ci si poteva almeno nascondere: dal terremoto, no.
Ad Aleppo sono decine i palazzi crollati: la tv di Stato riferisce che vi sarebbero “un migliaio” di persone intrappolate sotto le macerie.

Gli sfollati che, pur di non dormire nelle tende, si erano costruiti da soli le loro case senza i materiali adatti, senza regole, hanno visto venire giù tutto. Pochi secondi di sisma hanno stravolto migliaia di vite, un’assoluta disperazione e angoscia. Si scava con le mani, gli ospedali sono crollati, non si sa dove portare i feriti.

 Poche ore dopo la prima scossa, domenica notte, al valico d’Oncupinar le guardie turche si sono schierate a proteggere la frontiera con l’ ordine di respingere tutti i feriti e gli sfollati in arrivo dalla Siria. Molta gente viene curata nelle case private. Si dorme in auto. Manca tutto. C’ era già in corso un’epidemia di colera, l’acqua è sparita assieme alla luce e al riscaldamento. La Ong di protezione civile siriana ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi. È troppo presto per avere una stima finale di morti e feriti ma purtroppo, a causa della tragica situazione in cui versa già quest’area si temono numeri molto alti. La situazione dei siriani non fa più notizia, ma li semplicemente sopravvivere è una sfida giornaliera.

ROSSELLA PELLEGRINO

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