«Se finisce come promesso, cioè con l’approvazione di una delibera di Giunta regionale in grado di recepire la sentenza della Corte costituzionale sul fine vita, a noi va comunque bene, perché questo significherà che la nostra battaglia è vinta. Ci dispiace solo per il tempo perso. Per fortuna dopo la prima bocciatura pensammo bene di ripresentare la proposta, altrimenti oggi non staremmo qui, con la Giunta pronta a mettere riparo al suo stesso pasticcio, fatto di sottovalutazione, disattenzione e modalità politicanti. Noi siamo superiori a questi approcci politicisti, da collettivo studentesco: il nostro pensiero prevalente non è su chi fa le cose, ma sulle cose fatte e in grado di risolvere i problemi delle persone» – hanno dichiarato i consiglieri regionali di Azione, Fabiano Amati e Ruggiero Mennea.
«Certo, la commedia andata in scena farebbe sorridere, se non si fosse svolta in un ambito istituzionale, per definizione da proteggere e non esporre al ridicolo. Si sono detti prima contrari all’approvazione in Consiglio ma poi si sono trasformati in favorevoli all’approvazione in Giunta e sugli stessi argomenti. Il problema sarà ora far cancellare e portare nell’oblio tutti i comunicati stampa dei più zelanti, non vorremmo stare al loro posto, incentrati nel giurare petto in fuori sulla presunta incostituzionalità della proposta di legge e ora smentiti, addirittura, con un semplice atto amministrativo per risolvere il problema» – hanno aggiunto i consiglieri regionali di Azione.
«Insomma, l’infantilismo al potere, per cui conta chi ha portato il pallone sul campo di gioco e non la capacità dei giocatori di mandarlo in rete. Ma non possiamo farci niente. A ognuno di noi è dato di lavorare con gli ingredienti di cui si dispone. E noi disponiamo di Emiliano e delle sue paturnie da narcisismo smisurato, in grado di portare la maggioranza all’opposizione rispetto ai cittadini pugliesi. Ringraziamo l’associazione Coscioni per il sostegno e la mobilitazione concreti offerti, dimostrando ancora una volta la propensione a combattere su argomenti importanti ma scomodi» – ha quindi concluso Amati e Mennea.