«Come rilevato da più parti in queste ultime tese giornate, non esiste una relazione positiva con la componente privata che conduce attualmente gli impianti e l”unico soggetto in grado di fornire garanzie sulla riconversione tecnologica e prospettive serie a lavoratori e cittadini resta il Governo della Repubblica italiana».
Lo afferma il sindaco di Taranto e presidente della Provincia Rinaldo Melucci, a proposito del Tavolo convocato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise) sulla vertenza dello stabilimento siderurgico ex Ilva dopo l”annuncio di Acciaierie d”Italia, che gestisce la fabbrica, della sospensione a tempo indeterminato delle attività e della collaborazione con 145 imprese appaltatrici.
«Desidero innanzitutto ringraziare il neo ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – aggiunge – per la sensibilità che subito ha dimostrato verso la comunità ionica e il suo sistema di imprese, convocando a stretto giro un tavolo di confronto e ascolto con tutte le parti in causa. Una posizione opposta, rispetto a quella di chi ha scelto di chiudere bruscamente con le imprese dell”indotto. Comune e Provincia di Taranto saranno lealmente a disposizione del Governo, all”interno di un processo che conduca a un accordo formale e strategico, che abbia all”interno una valutazione corretta delle implicazioni ambientali, sanitarie, energetiche, urbanistiche, in generale delle ricadute per la città».
«Occorre modificare finalmente l”intero paradigma – sottolinea Melucci – sarà un vantaggio per la stessa industria nazionale. Questo è un dossier complesso che va ben oltre la mera vertenza occupazionale, per quanto delicata e urgente. Se il Paese ha bisogno dell”acciaio dell”ex Ilva, nel quadro degli scenari Ue, è arrivato il momento che ne discuta con senso di responsabilità e coraggio con la città di Taranto. Sarà mia premura chiedere presto udienza al ministro – conclude il sindaco – per fornirgli i nostri dati e rafforzare le proposte già elaborate dal livello regionale, nella direzione della decarbonizzazione del sito».