Il gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, ha archiviato le posizioni di 14 indagati (13 persone fisiche ed una societa’ giuridica) per la vicenda della loppa di altoforno dell’ex Ilva, scoppiata con un sequestro nell’autunno del 2017. Il gip ha accolto la richiesta formulata dal sostituto procuratore distrettuale antimafia Milto Stefano De Nozza.
Per il giudice, la loppa non è un rifiuto ma un sottoprodotto. Il provvedimento di archiviazione (il gip scrive che «le ragioni analiticamente esposte dal pm nella sua richiesta», sono «ritenute corrette in fatto e in diritto e perciò pienamente condivide da questo giudice» riguarda Marco Andelmi, dirigente Ilva, Enrico Bondi, ex commissario Ilva, Adolfo Buffo, dirigente Ilva, Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Tommaso Capozza di Ilva, Corrado Carrubba, ex commissario Ilva, Ruggiero Cola, ex dirigente Ilva, Salvatore De Felice, ex dirigente Ilva, Bruno Ferrante, ex presidente del consiglio di amministrazione Ilva con la gestione Riva, Piero Gnudi, ex commissario Ilva, Enrico Laghi, ex commissario Ilva, Antonio Lupoli, ex dirigente Ilva, Nicola Riva, ex proprietario ed amministratore Ilva e la società Ilva spa, ora in amministrazione straordinaria.
L’ipotesi di reato focalizzata dal giudice ha riguardato «lo svolgimento di attività non consentite di miscelazione di rifiuti (anche pericolosi) nonché di gestione di rifiuti derivanti dall’abbattimento dei fumi di combustione del processo produttivo della centrale termoelettrica “Federico II” di Brindisi, di proprietà della società Enel Distribuzione».
Inoltre, al pari dei rifiuti provenienti dalla centrale Enel di Brindisi, il giudice ha inizialmente ritenuto che vi fosse una “gestione abusiva” anche per la loppa di altoforno proveniente dall’Ilva di Taranto, e che il conferimento allo stabilimento Cementir di Taranto sia della loppa di altoforno che delle ceneri di carbone della centrale, violassero la normativa sull’ambiente.
Vi fu anche un sequestro presso Cementir, Ilva ed Enel. Dal lavoro fatto in seguito dai periti, scrive il pm, è stata confermata la «qualificata natura di rifiuto delle ceneri di carbone», con conseguente violazione della normativa di settore da parte di Enel e Cementir.
Non così, invece, per la loppa di altoforno, per la quale si e’ approdati ad una “differente determinazione”. Per la loppa, Il pm «ha ritenuto valida la valutazione operata dal perito che ha concluso nel senso di qualificare idonee le modalità con le quali la loppa di altoforno veniva selezionata per essere usata come sottoprodotto».
La loppa è un sottoprodotto e non un rifiuto, rileva il pm, e ne consegue, quindi, l’esclusione di responsabilità per «tutti gli indagati che per posizione o funzione erano collegati ad Ilva spa in A.S.», compresa la stessa società Ilva.