L’aumento dei costi di produzione dovuto alla guerra in Ucraina ha superato 1,2 miliardi di euro per il settore agricolo.
È quanto rende noto Coldiretti Puglia evidenziando che gli effetti diretti e indiretti del caro energia hanno portato «più di una azienda agricola su 10 (11%) a chiudere».
Nelle campagne, secondo l’associazione, si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. In difficoltà è però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.
Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua Coldiretti Puglia- la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1.000%.
Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo – conclude Coldiretti Puglia- le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione, per cui sono necessarie risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare.