I 150 milioni di euro da utilizzare per la decarbonizzazione, il cui cambio di destinazione è stato previsto dal Dl Ucraina bis, «non sono ancora disponibili perché manca il decreto attuativo che sarà emanato quando i ministeri saranno pronti per farlo».
Lo hanno precisato i commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria, Antonio Lupo, Francesco Ardito e Alessandro Danovi, nell’audizione di oggi in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali.
«I 150 milioni – hanno aggiunto – sono evidentemente insufficienti per la costruzione di un forno elettrico, ma possono essere spesi, ad esempio, per la progettazione piuttosto che per altre cose. Come dovranno essere spesi sarà oggetto del decreto che dovrà dire chi dovranno essere i soggetti titolati a presentare i progetti e come dovranno essere gestiti, come dovranno essere rendicontati, quali saranno le attività».
I commissari hanno precisato che i fondi per le bonifiche «derivano da una transazione stipulata da Ilva in As con la famiglia Riva fatta nel maggio 2017 per la somma di un miliardo e 157 milioni di euro, transitata nel patrimonio di Ilva in As con la costituzione di un patrimonio destinato attraverso un prestito obbligazionario. Il trasferimento dei fondi è stato completato nel dicembre 2018. I singoli budget di spesa – è stato precisato –per gli interventi e le aree di competenza sono stati indicati dalla Comfort Letter della Commissione Ue del 4 maggio 2016, di concerto con il governo italiano, che è stata base per l’effettuazione della gara pubblica fatta con i precedenti governi e che ha dato luogo alla stipulazione del contratto di affitto degli impianti con Acciaierie d’Italia».
Nello specifico, 540 milioni fanno capo a interventi di Acciaierie d’Italia, 467 milioni ad Ilva in As e 150 milioni per la decarbonizzazione (che sono in attesa di decreto attuativo e probabilmente saranno utilizzati in co-gestione).