L’Usb chiede che la vertenza lavorativa che riguarda la Cemitaly – Italcementi di Taranto «venga presa nella giusta considerazione per evitare ennesime ripercussioni di carattere sociale in un contesto già fortemente problematico».
Il sindacato, in una nota, ricorda «il forte ridimensionamento dell’organico che ha interessato il cementificio dal 2014 a oggi: le unità lavorative sono passate da 120 dipendenti diretti più 300 – 400 dell’appalto ai 51 attuali, di cui negli ultimi mesi circa trenta hanno accettato l’incentivo all’esodo, che verrà attivato a settembre, quando sarà concluso il procedimento di licenziamento collettivo per tutti. Una ventina di lavoratori ignora cosa sarà del proprio futuro».
Per il sindacato «sarebbe una buona notizia la proroga della cassa integrazione per un altro anno per dare più tempo alla loro ricollocazione professionale». «Sarebbe interessante inoltre, impiegare queste unità nelle operazioni di bonifica del sito (parliamo di 300mila metri quadrati) necessarie perché in quello stesso posto possa realizzarsi un qualunque altro progetto», aggiunge Usb auspicando che «la task force regionale metta in piedi interventi mirati a salvare un numero tra l’altro decisamente ridotto di lavoratori, che sono decisamente lontani dall’età pensionabile».