Amministrative Puglia: grande sfida a Taranto, anche Barletta si prepara al voto

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Un ex sindaco abbandonato da parte della sua maggioranza di centrosinistra, e quindi costretto a lasciare prima della fine naturale della legislatura (dopo 4 anni e mezzo), oggi appoggiato dal Pd, dal governatore Michele Emiliano, e anche dai Cinque Stelle. 

Un transfuga del centrosinistra (in passato è stato segretario provinciale del Partito democratico), sostenuto dal centrodestra e da parte della ex maggioranza dell’uscente; un cassintegrato di Ilva in amministrazione straordinaria, già consigliere comunale eletto con i grillini, poi fuoriuscito e in seguito espulso, storico esponente del Movimento dei lavoratori liberi e pensanti, in maniera netta e senza mediazioni a favore della chiusura delle fonti inquinanti dell’impianto siderurgico; un giornalista di una tv privata, noto per le sue incursioni alle conferenze stampa, anche lui contro la fabbrica e protagonista, suo malgrado, di una famosa intercettazione dell’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola finita nelle carte del processo penale ‘Ambiente svenduto’ terminato in primo grado esattamente un anno fa.

Sono i quattro candidati, tutti uomini, alla carica di primo cittadino di Taranto, quasi 200 mila abitanti, la più importante città in Puglia nella quale si va al voto per il rinnovo della massima carica amministrativa e del consiglio comunale il prossimo 12 giugno. Sono Rinaldo Melucci, Walter Musillo, Massimo Battista e Luigi Abbate.

Ovviamente al centro della campagna elettorale sarà la ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, tra una decarbonizzazione che deve ancora concretizzarsi, migliaia di lavoratori in cassa integrazione, la produzione di acciaio ancora ferma al palo e che stenta a ripartire, il passaggio dalla gestione privata a quella pubblica ancora in corso, i problemi di ammodernamento della struttura e la polemica sui fondi delle bonifiche delle aree inquinate (150 milioni di euro) sulla carta dirottati proprio alla decarbonizzazione del processo produttivo ma, secondo i critici, in realtà alla produzione. Sono ben 11 le liste a sostegno di Melucci, il sindaco uscente. Compongono la coalizione ‘Ecosistema Taranto 2022’, tra partiti tradizionali (Pd, M5s, Europa Verde, Psi-Pri) e la pletora di civiche.

Dieci invece le liste che compongono la ”Grande coalizione per Taranto” di Walter Musillo, lo sfidante del centrodestra. Presenti nel raggruppamento Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi con l’Italia ma la Lega non c’è. In compenso è in corsa lo storico movimento At6-Lega d’azione meridionale, il marchio inventato dall’ex sindaco sceriffo e deputato, Giancarlo Cito. Anche nella coalizione del centrodestra tante le civiche.

Tre per ciascuno le liste della cosiddetta società civile a sostegno rispettivamente di Battista e di Abbate, gli altri due candidati sindaco. Per il secondo anche una lista con un nome che è tutto un programma: ‘Taranto senza Ilva’.   

Curiosità se ne ritrovano anche nelle altre coalizioni. A sostegno di Melucci c’è la lista ‘Autonomi e Partite Iva’ ma anche ben cinque gruppi di aspiranti consiglieri che richiamano la parola Taranto. A supporto di Musillo il ‘Movimento sportivo’ (oltre a ben quattro liste che richiamano la parola ‘Italia’ nel nome: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Prima l’Italia, Noi con l’Italia). Per Abbate una lista che ammicca all’Europa e ai fondi Ue della nuova politica di coesione (‘Taranto Next Generation’). Per Battista ‘Una città per cambiare Taranto’ richiama una famosa canzone di Ron. In tutto 27 liste.

Il numero massimo di candidati per ciascuna può arrivare a 32. In tutto i candidati alla carica di consigliere sono oltre 830. Non così tanti come può apparire: quest’anno rispetto alle precedenti amministrative (2017) sono diminuite le liste e, di conseguenza, c’è stato un abbattimento anche del numero dei candidati. Calati anche gli aspiranti sindaco: da 10 a 4, solo che l’altra volta c’era almeno una donna candidata, per il centrodestra Stefania Baldassari, sconfitta al ballottaggio da Melucci.   

Ci saranno invece ben due candidate donne su quattro aspiranti complessivi per l’elezione del nuovo sindaco di Barletta (oltre 90 mila abitanti) l’altro comune capoluogo (provincia BarlettaAndriaTrani) che in Puglia andrà alle elezioni il 12 giugno. Anche nella Città della Disfida l’esperienza amministrativa del sindaco Cosimo Mino Cannito (eletto nel 2018 senza bisogno del ballottaggio con il sostegno di liste civiche di centrosinistra e centrodestra), si è conclusa prematuramente, 20 mesi prima della fine naturale della legislatura. Il primo cittadino uscente, di estrazione socialista, si ricandida con il sostegno di otto liste tra cui Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Democrazia cristiana, più quattro civiche. 

Il centrosinistra propone a sindaco una ex dirigente comunale, che è stata anche a capo dello staff di Cannito: Santa Scommegna, sostenuta da sei liste tra cui quella del Pd (anche se all’interno del partito la scelta della sua candidatura non è stata indolore) e almeno tre movimenti ispirati al (o dal) presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, tanto che viene riportato il nome di quest’ultimo. Quattro le liste a sostegno di Carmine Doronzo, scelto nelle primarie del cosiddetto Terzo Polo o dell’Alternativa: Coalizione civica per la città futura-Sinistra Italiana, Barletta in Comune, Barletta sicura e Italia Viva.

Gareggerà da solo il Movimento Cinque Stelle che candida una donna: Maria Carone. Nell’unica lista anche un candidato da cognome impegnativo: Giovanni Grillo.

Non è difficile immaginare che uno dei temi al centro della campagna elettorale sarà quello della criminalità dopo alcuni omicidi, non direttamente riconducibili alla malavita organizzata e tuttavia molto preoccupanti, che hanno segnato la città nei mesi scorsi. Aspirano alla carica di consigliere oltre 530 candidati. In Puglia in tutto sono 50 i comuni che andranno alle urne di cui 18 con più di 15 mila abitanti. Tra gli altri centri importanti Molfetta, Bitonto, Castellana Grotte Alberobello, Gravina in Puglia, Polignano a Mare, Terlizzi, Santeramo in Colle e Giovinazzo, nel barese; Galatina, Galatone e Otranto, nel leccese; Martina Franca e Castellaneta, nel tarantino; Canosa di Puglia, nella Bat; Isole Tremiti e Monte Sant’Angelo, nel foggiano

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