Sta maturando sottotraccia la normalizzazione delle “morti improvvise” di persone giovani e sane, processo che rappresenta l’ultimo stadio dell’ipnosi di massa prodotta dalle narrazioni tossiche sul contagio e tutto il resto.
Allo stillicidio di decessi “inspiegabili” si accompagna lo stillicidio di “allarmi” lanciati dal sistema massmediatico; quando, alcuni mesi fa, fu diffusa la notizia della pizza assassina in grado di causare ictus e infarti coi suoi due grammi di sodio, la si prese a ridere; oggi, quando danno la parola agli “esperti” e questi, per spiegare l’ecatombe di ragazzini, tirano fuori la “sindrome di Wolff-Parkinson-White” (per la quale bisognerà fare analisi, prendere farmaci, magari vaccinarsi…) la cosa non fa ridere più.
Diventa patrimonio comune la convinzione che la vita è pericolosa in ogni sua manifestazione, e per tutelare la propria incolumità è necessaria un’ulteriore cessione di sovranità sul proprio corpo agli “esperti” certificati dal regime, i quali sempre ribadiranno che è da escludere ogni correlazione con la famosa inoculazione.
I lutti che falcidieranno intere famiglie verranno derubricati a tragiche fatalità, ed i superstiti di quelle famiglie, sempre più annebbiati ed acciaccati, lo accetteranno, e per prevenirne di nuove porgeranno il braccio ancora una volta. La medicalizzazione della società si è compiuta: ciò che attende gli ipnotizzati e i “credenti” è una vita da pazienti nella sala d’attesa della morte.
MARCO PRINCIPE