«Lo stop all’emendamento sulle bonifiche dell’ex Ilva è uno schiaffo alla città di Taranto e un segnale molto negativo per il Paese. Perciò lo ripresenteremo nel prossimo decreto Aiuti e comunque tenteremo di fare la stessa cosa quando il testo del provvedimento che stiamo esaminando, andrà alla Camera».
Così il senatore del M5s, Mario Turco interpellato dall’ANSA sull’emendamento – a sua prima firma – al decreto Ucraina bis, che è stato fermato stanotte nelle commissioni Finanze e Industria di Palazzo Madama, dopo un pareggio ai voti (14 sì e altrettanti no).
Domani il provvedimento approderà in Aula per l’esame in prima lettura. «Siamo riusciti a votarlo, nonostante il parere negativo del ministero dello Sviluppo economico, ma purtroppo il resto della maggioranza insieme all’opposizione si è messa di traverso», ha aggiunto spiegando che la proposta del governo propone di spostare 150 milioni di euro dalle bonifiche a progetti di decarbonizzazione e fa seguito a quella contenuta nel decreto Milleproroghe a inizio anno, che «tentava di dirottare per l’attività produttiva 570 milioni degli interventi per le bonifiche». Da qui l’emendamento soppressivo del M5s: «Si tratta di un una tantum che non risolve il problema di rendere davvero eco-sostenibili gli impianti. Il progetto di decarbonizzazione, così com’è, è indefinito. Vogliamo chiarezza sull’entità dei fondi, sul reale fabbisogno economico e l’impatto preventivo su ambiente e salute».
Quindi ha concluso: «Siamo profondamente delusi da alcuni comportamenti del governo e prendiamo atto che alcune forze di maggioranza sostengono la transizione ecologica solo a parole. Noi manteniamo il senso di responsabilità, necessario visto il difficile momento storico per il Paese, ma su queste battaglie andiamo avanti».