Sanità, il segretario nazionale Fimmg: «Esodo medici 118, meglio retribuiti nelle Usca»

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«La disparità di trattamento economico, cioè 54 euro orari nelle Usca contro i 23,40 euro orari del 118, sta creando notevoli problemi in Puglia, ma anche nel resto d’Italia: più di un terzo dei nostri colleghi, a fronte di un ristoro economico molto più gratificante, ha preferito andare a lavorane nelle Unità speciali di continuità assistenziale, sguarnendo il servizio di emergenza – urgenza».

Lo dice all’AGI il segretario nazionale di Fimmg Emergenza sanitaria, Francesco Marino. Nel 118 pugliese, secondo le ultime rilevazioni, mancano, 145 medici. Su una pianta organica di 535 camici bianchi, il servizio può contare solo su 390 unità effettive. «Troppo poche», come spiega Francesco Marino, «per garantire carichi di lavoro accettabili e scongiurare il rischio Burnout», la sindrome da stress lavorativo che brucia le risorse fisiche e mentali.

«Se a ciò aggiungiamo le proposte politiche – insiste Marino – con cui si vorrebbero rendere stabili le Usca, attivate durante la pandemia, la situazione, in prospettiva, diventerebbe ancora più grave. Peraltro, quest’anno il 40 per cento delle borse di studio, triplicate rispetto al passato, e messe a disposizione nelle scuole di specializzazione, non sono state richieste. I giovani medici – sostiene inoltre Francesco Marino – prediligono lavori più tranquilli ed evitano quelli impegnativi nei settori dell’emergenza, questi ultimi, per giunta, peggio remunerati».

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