Concorso Arpal per 578 posti: vincitori della selezione assegnati a sedi “non nel proprio Comune di residenza”

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I 578 vincitori del concorso bandito dall’Arpal per istruttori del mercato del lavoro, dopo aver ricevuto un preavviso quasi nullo, entrando in servizio il 30 aprile, con prima giornata in ufficio lunedì scorso, al momento della firma del contratto a tempo indeterminato, fermi restando i 6 mesi di prova, hanno anche scoperto di essere stati assegnati alla loro destinazione lavorativa tenendo conto di un algoritmo, che ne ha destinati molti nelle località più svariate della Regione, senza tenere in grande considerazione la loro residenza.

Le proteste sono state molteplici, con la conseguente mobilitazione sindacale in difesa dei diritti di questi lavoratori. Per tutta risposta, l’Agenzia regionale per il lavoro ha inviato loro una missiva di ben 7 pagine dove enumera i criteri seguiti per l’assegnazione delle sedi lavorative.

Una scelta di trasparenza, ma che però non fa totale chiarezza. Nel documento si legge, infatti, quel che segue:

“1.  Assegnazione al centro per l’impiego più vicino al Comune di residenza/domicilio del vincitore purché non nello stesso Comune di residenza, salvo che per i disabili (quest’ultimi assegnati ove possibile nel Comune di residenza).

2.   Priorità ai disabili in ordine di graduatoria sulla base della distanza chilometrica da residenza o domicilio dichiarato

3.   Priorità di assegnazione in ordine di graduatoria sulla base della distanza chilometrica da residenza o domicilio dichiarato e il primo CPI disponibile

4.   Assegnazione sulla base dei posti rimasti vacanti nei CPI secondo il piano di potenziamento con una salvaguardia del 10% circa per il completamento delle procedure concorsuali ancora in essere.”

Inutile dire che, a destare maggior scalpore, è proprio il primo di questi criteri, vale a dire quello in ragione del quale anche il primo in graduatoria si è visto assegnare come destinazione lavorativa una località diversa da quella nella quale risiede. Una scelta quantomeno discutibile, che ha creato indubbi disagi a quei lavoratori che hanno a carico una famiglia e dei figli, magari anche molto piccoli. 

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