«Abbiamo denunciato precarie condizioni dei lavoratori nello stabilimento ex Ilva di Taranto sia sul fronte delle sostanze inquinanti che delle condizioni di sicurezza».
Lo dice a LaPresse Giovanni Perelli del sindacato di base Lavoratori metalmeccanici organizzati (Lmo) di Taranto, con riferimento alla condanna, pronunciata oggi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), nei confronti dello Stato italiano sull’ex Ilva della città ionica.
«Io sono stato tra quelli che hanno denunciato presentando ricorsi negli anni passati», sottolineano. «Come lavoratori siamo stati in dieci, due dei quali sono morti nel frattempo dopo essersi ammalati», prosegue.
«Si tratta di una pronuncia importante per non solo per i lavoratori, ma per i cittadini affinché prendano coscienza e trovino la forza del denunciare tutte le situazioni non compatibili con la vita dell’uomo, nei casi in cui non ottengano risconti dalla giustizia italiana», conclude.