«Ieri sera nella cattedrale di San Cataldo ho lavato i piedi a dei ragazzini ucraini, rifugiati qui a Taranto. Uno di loro non voleva farlo perché gli ricordava il suo papà. Ho visto un bambino paralizzato nelle emozioni, scaraventato lontano da casa sua, con il pensiero fisso al suo papà e al resto della famiglia lontana. Nella sua tristezza profonda ho ascoltato tutto il racconto dell’idiozia della guerra. Quando il mondo smarrisce la strada di Dio, che è strada dell’amore, il mondo diventa un inferno. Uniamoci al grido del Santo Padre Francesco, unico e credibile profeta di pace in questo momento buio della storia: tacciano le armi».
Lo ha detto l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, nel discorso pronunciato per l’uscita dei Misteri.
«Per il futuro di Taranto si parla di tante speranze legate al Pnrr, alla Zes, al Cis, ai Giochi del Mediterraneo, alla nuova amministrazione del Comune: tutto questo diventa per noi oggetto di preghiera e di vigilanza civica – ha continuato il prelato -. A Taranto si riverseranno e giungeranno tanti soldi chiedo a tutti e in particolare alle autorità di vigilare con rigore perché non finiscano nelle mani della mala vita o siano deviate per altri fini diversi dal bene comune. La nostra città ha tutto il diritto di rinascere e di mostrare la sua bellezza». «Preghiamo perché cessino anche le varie forme di violenza anche in famiglia, i femminicidi, gli assassinii fatti anche da giovani gang», ha aggiunto Santoro, auspicando di «essere costruttori di fraternità e di pace».