Repubblica è il giornale capofila nello scandalo nazionale, campione mondiale di bacchettonismo ipocrita , quello della storia d’amore della Preside e del ragazzo diciottenne
Vi sono però alcune macroscopiche incongruenze.
Della Preside si conosce tutto, nome, cognome, curriculum, foto, video…
Del ragazzo, giova ricordarlo, maggiorenne quindi per la Legge parimenti adulto e vaccinato, non si sa invece nulla. Protetto dalla privacy più rigorosa.
La donna, buttata nel tritacarne dei giornali e di Barbara D’ Urso, è ormai una puttana consolidata, con l’ aggravante della posizione di prevalenza di una Preside nei confronti del povero alunno.
Come se gli studenti avessero ancora timore dei professori.
Come se il sogno erotico di ogni studente non fosse stato la professoressa bona ( vi è abbondante letteratura e filmografia, capre).
Come se fosse impossibile che una donna matura possa perdere la testa per un ragazzino ( anche di questo esiste abbondante la letteratura).
Ed ecco salire in cattedra nelle vesti di moralizzatori tutti quelli che la cosiddetta “morale ” l’ hanno messa, per professione, sotto i piedi.
L’ ho detto e lo ripeto : la sfortuna di questa coppia è di essere eterosessuale, quindi pruriginosa, alvarovitalesca, quindi troppo volgare e dozzinale.
Fossero stati omosessuali, vi avrebbero riempito di citazioni di esempi storici di amori fra maestro e allievo, sin dai tempi della Grecia e di Roma antica, esaltando la bellezza e la purezza del rapporto amoroso.
Nessuno che si sia reso conto che la meravigliosa “Caruso” di Lucio Dalla parla proprio di una storia d’ amore come questa.
Nessuno scandalo, a proposito di posizioni dominanti, per quel PM che si trombava le mogli dei detenuti per concedere la libertà ai mariti.
Nessuno che si sia mai chiesto se fosse uno scandalo l’ amore fra Alberto Moravia e Carmen Llera , che sarebbe potuta essere sua nipote. Poi la Carmen si è scopata tutti ,perfino mostri alla Fassino e alla Gad Lerner ( lo ha raccontato lei nella sua biografia)ed è diventata pure Parlamentare di questo Paese.
Ce lo siamo meritati.
PINUCCIO TARANTINI