Ex Ilva: Ugl, troppe incognite per firmare l’accordo sulla cassa integrazione

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«Acciaierie d’Italia ha prospettato il reintegro dei lavoratori da collocare in Cigs non al raggiungimento di 6 milioni di tonnellate di produzione bensì di volumi produttivi pari a 8 milioni di tonnellate l’anno, quindi al completamento della prevista riorganizzazione che presumibilmente si realizzerebbe nel 2025. Le troppe incognite nel modo e soprattutto nei tempi di gestione e realizzazione del piano industriale, non del tutto noto alle organizzazioni sindacali, hanno reso vano l’incontro al Ministero del Lavoro».

Lo sottolinea l’Ugl Metalmeccanici commentando il mancato accordo sulla procedura di cassa integrazione straordinaria attivata da Acciaierie d’Italia.

Riaffiorano «i dubbi – aggiunge l’organizzazione sindacale – e le paure di un’intera forza lavoro, ormai stremata e sfiduciata dal modus operandi di Acciaierie d’Italia. Ribadiamo, a gran voce, che per noi è ancora efficace l’accordo del settembre 2018, che ogni lavoratore ha la sua dignità che da troppo tempo è ignorata. Si tratta della forza-lavoro che ha permesso all’acciaieria tarantina di essere un fiore all’occhiello della filiera siderurgica».

All’incontro di ieri al Ministero del Lavoro la Ugl Metalmeccanici era rappresentata dal vice segretario nazionale con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli, dal segretario territoriale Alessandro Calabrese, dal delegato Rsu Alessandro Dipino e dalla coordinatrice territoriale di Taranto, Concetta Di Ponzio.

«Chiediamo garanzie per tutti i lavoratori in forza – conclude il sindacato – e soprattutto non dimentichiamo i colleghi rimasti con Ilva in As che hanno pari diritti da rivendicare».

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