Energia, Coldiretti Puglia: «A rischio la sopravvivenza delle imprese agricole»

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I rincari energetici di bollette, benzina e gasolio si riflettono sui prezzi della spesa con aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia evidenziando che l’aumento dei costi si estende all’intera filiera agroalimentare.

«Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori -denuncia l’associazione – non riescono a coprire i costi di produzione. Un esempio è fornito dal grano: un chilo di grano nonostante gli aumenti viene pagato agli agricoltori 31 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 4 euro a seconda delle città. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta marginale pari a circa il 10% e il problema vero è il costo dell’energia che è esploso».

«Il caro gasolio – spiega Coldiretti- rischia di fermare i trattori nelle campagne, spegnere le serre di fiori e ortaggi e bloccare i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari. La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei, nazionali e regionali – conclude Coldiretti Puglia- che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza con interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo».

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