“E’ molto difficile essere qui per noi, in quanto il nostro Paese da più di due settimane e’ in guerra; siamo molto preoccupati per le nostre famiglie e il nostro popolo”. Lo ha dichiarato Anatolii Vasylkivskyi, direttore della National Chamber Orchestra Soloists di Kiev, l’ensemble di diciotto elementi bloccato in Italia dallo scorso 24 febbraio, che si e’ esibita ieri sera nella chiesa Sant’Antonio di Padova a Taranto.
L’invito ufficiale è stato rivolto da Confindustria Taranto, Orchestra della Magna Grecia, Arcidiocesi e Comune di Taranto, in collaborazione con ministero della Cultura e Regione Puglia. I musicisti della National Chamber Orchestra Kyiv Soloists intendono riabbracciare al piu’ presto le proprie famiglie (isolate da qualsiasi tipo di comunicazione). Unica strada percorribile per loro è continuare a suonare per sostenersi economicamente e finanziarsi il viaggio di ritorno in Ucraina. I circuiti bancari del loro Paese, infatti, attualmente risultano essere bloccati per qualsiasi tipo di operazione. E’ stata lanciata una raccolta fondi con donazioni attraverso il sito http://www.omgucraina.it o mediante bonifico bancario. All’iniziativa erano presenti, fra gli altri, l’arcivescovo Filippo Santoro e il prefetto di Taranto, Demetrio Martino.
Con l’orchestra ucraina e’ impegnato anche il Maestro Enzo Di Rosa, oboista che sta portando in tourne’e il messaggio “La musica che unisce”. Il direttore dell’Orchestra Anatolii Vasylkivskyi ha precisato che quando sono partiti dall’Ucraina “la situazione era abbastanza tranquilla, non potevamo immaginare che le forze russe avrebbero puntato Kiev e altre citta’: invece e’ successo; fare musica in queste condizioni è molto difficile, ma al momento non abbiamo alternative, vogliamo onorare questo impegno, raccogliendo tutte le nostre forze, mettendo tutto il nostro cuore in ogni nota”.
“Suoneremo – ha detto ancora Vasylkivskyi – per i nostri familiari, per voi e per tutto il popolo ucraino che sta soffrendo; attraverso la musica vogliamo lanciare un messaggio di pace”.