«I materiali non si trovano o si trovano a prezzi impossibili, molto più elevati di quelli contrattuali. Gli impianti di produzione si stanno fermando e i mezzi, per l’impennata del prezzo dei carburanti, anche. Se non si trovano correttivi immediati il settore delle costruzioni rischia uno stop immediato dalle conseguenze devastanti per le nostre imprese». È l’allarme lanciato dal presidente dell’Ance (associazione nazionale costruttori edili) di Taranto, Fabio De Bartolomeo in una nota in cui evidenzia che «risultano ormai praticamente introvabili se non a costi insostenibili bitume, acciaio e alluminio» e che a «peggiorare ulteriormente le cose» c’è «il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ginocchio trasporti e logistica di cantiere».
Secondo De Bartolomeo «le misure varate per ristorare le imprese impegnate nella realizzazione di opere pubbliche si sono rivelate del tutto insufficienti oltre che farraginose, quasi una beffa». «Senza provvedimenti urgenti e coraggiosi, quelli che chiediamo da tempo, e parliamo di adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, nessuna impresa sarà in grado di portare a termine le opere», dice.
«Se pensiamo a Taranto, a tutte le opere previste da Cis e Pnrr, se non si interviene adeguando i prezzi il rischio è quello che non si apra nessun cantiere. Le nostre imprese stanno lavorando nel migliore dei casi su opere progettate con prezzi del della Regione Puglia 2019, distante anni luce dalla realtà e con il quale non si riesce a coprire nemmeno il costo di fornitura del materiale, figuriamoci la messa in opera», scrive. «Il momento non è facile, ma va fatto uno sforzo, con risposte concrete ed immediate. Altrimenti tutto lo sforzo, di portata storica, che si sta compiendo sul fronte degli investimenti pubblici rischia di restare vano», conclude.