Il Fondo Antiracket Puglia non funziona e va rivisto. Solo 300 pratiche in 14 anni è l’allarme del Presidente della Commissione Antimafia Regionale.

228 Visite

Il consigliere regionale Renato Perrini presidente della commissione regionale antimafia, organismo laico in seno alla Regione Puglia, ha scoperto che solo 300 pratiche in 14 anni, sono state compiute. Un “gran lavoro” non c’è che dire.  

Perrini dichiara che Il fondo regionale antiracket “va rivisto” perchè è evidente che non funziona”. “Tenuto conto – ha aggiunto- che, come è stato evidenziato dal dirigente della sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le Migrazioni e Antimafia sociale, Antonio Tommasi, le Fondazioni antiusura hanno riferito che la pandemia ha provocato una maggiore povertà delle famiglie e una più grave crisi delle imprese in Puglia e, quindi, una crescita delle domande, con contemporanea crescita anche di coloro che non restituiscono la cifra erogata”.

“Ai pugliesi che fanno domanda- ha specificato – vengono erogate massimo 2.000 euro se persone fisiche e 5.000 se imprese, si tratta di situazioni tragiche conclamate e quindi ammesse non a un fondo, ma a un prestito che va restituito, senza interessi, in 60 mesi. Francamente, per una famiglia che si trova in una situazione di povertà e che è ricorsa agli usurai, avere dalla Regione 2.000 euro che deve pure restituire mi sembra un modo per non far funzionare la legge”.

Ma cos’è il fondo regionale antiusura e antiracket? Lo dice l’art.1 L.R. n.25/2015 “La Regione Puglia favorisce e promuove lo sviluppo sociale ed economico del proprio territorio contribuendo ad affermarvi la legalità attraverso misure di prevenzione dei condizionamenti criminali, di sostegno alle iniziative della comunità volte al rigetto e all’emersione dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione, nonché mediante strumenti di tutela e solidarietà nei confronti delle vittime di tali reati e dei loro familiari”.

Ogni anno la Regione Puglia mette a disposizione delle fondazioni antiusura e organizzazioni similare che operano da più di tre anni nel nostro territorio fondi da destinare a:

– delle vittime e dei loro familiari;

– delle persone colpite da sovraindebitamento;

– delle persone potenzialmente esposte all’usura, a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.

La somma messa a disposizione non supera 250.000 annue. A me sembra più un contentino che un vero aiuto.

Probabilmente in Regione non hanno il polso della situazione e non sanno delle emergenze umane che stanno emergendo con forza in questi due anni. O non vogliono sapere.

IL fondo regionale antiracket non solo va rivisto ma gli va conferito quel carattere di emergenza/urgenza quale forma di lotta che si attua per contrapporre, controbilanciare i casi di usura ed estorsione.


Questo lo sapete, no?

 Franco Marella

Promo