UN MONDO DI PROTESTE (E GUERRE)

142 Visite

Una settimana nera come quella che ci siamo lasciati alle spalle davvero non poteva prevederla nessuno. Proprio ora che la pandemia, dopo quasi due anni e mezzo di tribolazioni, sembrava aver lasciato spazio ad un minimo di speranza per il futuro. Di ripartenza, anche per l’economia. E invece, almeno per ora, non sarà così. Ma, al contrario, un fondo che ci tocca ancora scoprire perché rimane tanto da scavare.

SIMIL-PARALISI – Il bilancio della scorsa settimana è stato il seguente: diverse proteste, una guerra. Le prime hanno riguardato l’ambito nazionale e soprattutto locale. Lo sciopero degli autotrasportatori, prima di tutto: costi di benzina, accise ed autostrade insostenibili, con tanto di convegni, proteste, occupazioni di tangenziali. Pregiudicando quindi anche l’attività di imprese e lavoratori, andate incontro a diverse difficoltà. A Bari giovedì scorso tangenziale bloccata per quasi tutta la giornata, in altre parti della Puglia, sono diffusi gli episodi e le testimonianze di scaffali di supermarket carenti di merce, o di crisi di produzione di pane o addirittura pasta. Quasi come se fossimo…in tempi di guerra, appunto. Senza dimenticare le proteste degli agricoltori, dei lavoratori Bosch e Tim o magari le preoccupazioni sull’energia ormai alle stelle. E, come se non bastasse, venerdì scorso a Bari per circa dieci minuti è mancata la corrente in diversi quartieri. Prendiamola con un mix di ironia e sarcasmo: spiacevole e breve inconveniente, ma capitato proprio nel periodo migliore, non c’è che dire…

DEJA-VU – Ansia, preoccupazione, depressione, rabbia, tristezza. Questo è quello che si percepisce in questo inizio di decennio alquanto cupo. E soprattutto paura. Con tanti morti e feriti, non troppo lontano da noi. Piaccia o no, il 24 febbraio 2022 è un nuovo 11 settembre 2001: l’attacco russo in Ucraina preoccupa, e tanto, per il futuro. Non è una buona notizia per nessuno e nessuno ancora sa cosa potrà accadere (e anche qui, proteste, in tutto il mondo, anche in Russia contro la guerra). Un’emergenza perenne con cui dobbiamo continuare a convivere ma che difficilmente potrà aiutare anche a risolvere i problemi nel contesto nazionale, sul piano economico soprattutto. Anzi, indirettamente potrebbe solo aumentarli. Starà a noi farci trovare pronti con adeguate contromisure.

Promo