In occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario unanime è stato il grido di allarme sulle croniche carenze di personale, anche amministrativo, negli uffici giudiziari, una delle cause principali dell’inefficienza della giustizia italiana, che accomuna Nord e Sud. Lo afferma il deputato di FdI Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare antimafia che assieme alla collega della Commissione Giustizia Carolina Varchi ha rivolto un’interrogazione al ministro della Giustizia Marta Cartabia.
“Ferro ha citato la situazione rappresentata dal presidente della Corte d’Appello di Trieste – è detto in una nota – dove mancano profili di funzionario giudiziario (28,57%) e contabile (25%), di cancelliere esperto (16,67%), di operatore giudiziario (15,38%) e di ausiliario (71,43%); la situazione del Tribunale di Aosta, in cui su 35 posti in organico sono 21 quelli coperti e nei prossimi mesi dovrebbero venire a mancare un direttore amministrativo e due cancellieri; analoga situazione a Bologna, dove mancano almeno nove magistrati e 25 operatori negli uffici amministrativi del tribunale. A Taranto manca la dirigente amministrativa da oltre un anno, ed è rimasto vacante anche il ruolo di dirigente amministrativo dell’Ufficio del Giudice di pace”.
“Ricordo inoltre – ha aggiunto Ferro – che il presidente del Tribunale di Catanzaro, Rodolfo Palermo, nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia ha definito allarmante la situazione del suo ufficio, in cui sono vacanti 11 posti. Una situazione che potrebbe peggiorare perché di recente è stato pubblicato un bando per i trasferimenti di giudici di primo grado e da Catanzaro sono state presentate ben 9 domande di trasferimento, quindi si rischia una scopertura complessiva di 20 posti su 52. Anche il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro Introcaso che ha evidenziato una scopertura del 25% dei consiglieri, accentuata da un’applicazione extra-distrettuale prorogata e da un indice di alternanza dei giudici del 42 per cento”.
“Giustizia significa rapidità nella definizione dei processi, tutela dei diritti in tempi certi e ragionevoli, e questo risultato non si può ottenere solo con le riforme del rito, ma rendendo più efficiente la macchina della giustizia, dotandola di strumenti adeguati e degli organici necessari, sia di magistrati che di personale amministrativo”.