La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 19 anni di reclusione per Ousseynou Sy, l’autista di 49 anni che nel marzo del 2019 ha dirottato uno scuolabus con a bordo due classi della scuola media Vailati di Crema. L’uomo, di origine senegalese ma da molti anni cittadino italiano, deve rispondere di attentato sequestro di persona, con finalità di terrorismo, e incendio.
Nel corso dell’udienza, il Pg della Cassazione aveva chiesto di ritoccare la condanna per Sy, portandola da 19 a 17 anni e 6 mesi, non ravvisando il dolo di attentato. Istanza che i giudici hanno respinto. Quindi che Sy se la faccia tutta la galera fino alla fine.
Tutto era accaduto nella mattinata del 20 marzo 2019. L’autista, che avrebbe dovuto trasportare i ragazzini della scuola media verso la piscina, li legò con delle fascette e impregnò i sedili con della benzina. Il bus era stato dirottato in direzione Linate ma era stato bloccato dai carabinieri che erano stati chiamati da due giovani passeggeri (Ramy e Adam) che erano riusciti a nascondere un telefono. Più volte in aula Sy ha ripetuto che il suo era un “gesto dimostrativo” per “raccontare l’orrore che sta accadendo davanti ai nostri occhi”, ovvero i migranti morti nel Mediterraneo.
Dopo aver preso il controllo del mezzo, legato i ragazzi e i docenti e sigillato le porte, Sy aveva cosparso i sedili di benzina. Era intenzionato a raggiungere la pista dell’aeroporto di Linate per fare “un atto dimostrativo” per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sulle troppe morti di migranti nel Mediterraneo, come aveva spiegato in un video registrato prima del blitz. Posizione che aveva ribadito davanti ai pm milanesi dopo l’arresto.
I ragazzi, però, erano riusciti a dare l’allarme e i Carabineri avevano messo in salvo le due classi, due insegnanti, una bidella e lo stesso Sy, bloccando l’autobus alle porte di Milano. Hanno sfidato il dirottatore dello scuolabus di San Donato chiamando le famiglie e le forze dell’ordine, contribuendo a salvare i compagni di scuola da una possibile strage.
Ramy Shehata e Adam El Hamami, questi sono i nomi dei due eroi in erba sono nati qui: uno a Crema l’altro a Milano. Sono di origine egiziana, hanno ricevuto la cittadinanza italiana per meriti speciali. La cerimonia si è svolta nel comune di Crema, la città dove i due vanno a scuola, alla presenza della sindaca Stefania Bonaldi e di tutte le forze militari e Civili.
Ben fatto.
Franco Marella