“Noi siamo l’esempio della buona fama, delle virtù, dell’amore e del buon nome”. E’ uno stralcio della lettera scritta da Giuseppe Pascali, fratello di Nicola Pascali, ritenuto figura di primo piano nell’inchiesta della Dda di Lecce che oggi ha portato all’esecuzione di 38 arresti a Taranto, con l’accusa, a vario titolo, di associazione mafiosa. Il testo è riprodotto nell’ordinanza di custodia cautelare di 862 pagine, di cui LaPresse ha preso visione.Secondo l’accusa, in quella missiva, datata 27 febbraio 2018, Pascali espone “il manifesto criminale del medesimo clan, elencando ed elogiando le virtù dello stesso”.”La nostra reputazione e la notorietà sono innegabili, la popolarità è una realtà. Noi siamo i Pascali”, è scritto alla fine.