Da Tim all’ex Ilva, le grandi sfide del 2022

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Acciaio, aerei, telefoni, autostrade: l’anno che sta per cominciare si preannuncia carico di sfide. Il 2022 prende, infatti, in ‘eredità’ dossier che scottano con cruciali partite aperte in alcuni dei settori più strategici dell’economia del Paese .

SIDERURGIA: E’ sull’acciaio che il Paese si appresta a giocare la madre di tutte le sfide nel nome della transizione energetica e ambientale ed arrivare per tempo all’appuntamento con la riduzione del riscaldamento globale nel 2050. Ma la strada appare lunga: per l’ex Ilva di Taranto, oggi Acciaierie d’Italia, serviranno infatti almeno 10 anni per sostituire totalmente il carbone con l’idrogeno e utilizzare i forni elettrici. A scandire il timing della trasformazione della più grande acciaieria d’Europa detenuta ora dallo Stato al 50%, è il piano industriale presentato a fine anno a Fim Fiom e Uilm dopo il forte pressing dei sindacati, compreso lo sciopero generale dei metalmeccanici, nello scorso novembre. La riconversione green necessiterà di 4,7 miliardi di euro con cui, già nel 2025, tornare a prevedere la piena occupazione dei circa 10mila lavoratori dipendenti del vecchio gruppo Ilva e a produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio. Al 2025, stimano sempre i vertici di Acciaierie, gli investimenti in tecnologie innovative, alcuni già avviati, consentiranno una riduzione di circa il 40% di CO2 e del 30% delle polveri sottili. I sindacati comunque non sembrano convinti della fattibilità del piano: 10 anni sembrano troppi e tornano a sollecitare al Mise incontri e tavoli ravvicinati. Ad esserne convinto invece è il ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti che dal 2022 diventerà ‘azionista’ di maggioranza della Newco. ‘Il piano presentato è realistico ma non semplice. Il governo farà la sua parte per gestire la fase di transizione verso il green di un settore strategico quale quello dell’acciaio’, ha assicurato.

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