Giudizio abbreviato condizionato all’ascolto di un consulente tecnico di parte. Lo ha chiesto oggi uno dei 9 imputati, tra dirigenti e funzionari dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto, per i quali la procura ionica ha chiesto il processo a conclusione delle indagini avviate dopo la morte di un bambino di 5 anni, il 30 luglio 2014, a causa di un tumore al cervello. L’udienza preliminare si è svolta oggi davanti al gup del tribunale di Taranto, Pompeo Carriere.
Titolari dell’inchiesta sono i procuratori Mariano Buccoliero e Remo Epifani. Il gup deciderà il 24 febbraio 2022.Secondo l’accusa, contestata nel capo d’imputazione, “consentivano la dispersione di polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni delle aree Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Acciaierie e Gestione Rottami Ferrosi dello stabilimento siderurgico, omettendo l’adozione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali, cagionando una grave malattia neurologica al piccolo che assumeva le sostanze velenose durante il periodo in cui era allo stato fetale, così sviluppando una malattia neoplastica che lo conduceva a morte”.Il papà, la mamma e il fratellino del bambino di 5 anni sono rappresentati dall’avvocato Leonardo La Porta del foro di Taranto e sono parti civili.