Dal 1993 al 2021, in Puglia sono stati registrati 3.200 casi di cancro del polmone e almeno 2.800 decessi. Sommati alle altre patologie correlate, si arriva a 6.000 decessi in tutta la regione. Di questi, 1.020, provengono dai quartieri di Taranto: Tamburi, Paolo VI, Città Vecchia-Borgo. Il 68% diagnosticati in individui di sesso maschile e il restante 32% in quelli di sesso femminile.
E’ uno dei dati presentati oggi dall’Ona, Osservatorio nazionale amianto, nel convegno in corso a Taranto indetto insieme al sindacato Usb. Per Ona e Usb, “la città di Taranto e tutta la Puglia sono il nuovo epicentro dell’emergenza amianto in Italia. Nel sesto Rapporto ReNaM, per la Regione Puglia i mesoteliomi ufficialmente registrati sono stati 1.191 nel periodo tra il 1993 e il 2015, pari al 4,4% di quelli registrati nel Paese. Nel 67,2% dei casi, il mesotelioma e’ stato causato da esposizione all’amianto di tipo professionale”.
Ma, è stato dichiarato oggi “rispetto alle rilevazioni del ReNaM, che riporta casi fino al 2015, l’Ona aggiorna il dato epidemiologico con le rilevazioni fino a tutto il 2021 per un numero di casi complessivo che si avvicina a 1600, con un indice di mortalità pari al 93% entro in cinque anni, di cui il 90% entro il primo anno dalla diagnosi”. Nel convegno previsto anche un punto di situazione sulle principali inchieste giudiziarie in corso nelle Procure pugliesi tra ex Ilva e Marina Militare a Taranto e Fibronit di Bari.